Fausto ha 40 anni e dopo una relazione finita ed una vita in città ha deciso di tornare a Fontana Fredda, dove da bambino il padre lo portava a camminare lungo i sentieri.
A Fontana Fredda non è solo, c’è anche Babette, che gli propone di diventare cuoco del suo ristorante dove quotidianamente cucina per gattisti, sciatori, camminatori, operai, boscaioli.
C’è anche Silvia che lavora come cameriera e c’è Santorso un ex forestale dai modi un po’ burberi che guida il gatto delle nevi.
Luoghi e persone che Paolo Cognetti conosce bene, infatti lavorò proprio da Babette come cuoco.
Luoghi che facciamo anche nostri vivendo insieme ai protagonisti pagina dopo pagina, affiancandoli nella loro quotidianità, assaporando gli stessi gusti per le cose semplici che solo vivendo in montagna possiamo comprendere appieno. Camminiamo per i sentieri insieme a Franco, Santorso, Babette e Silvia ascoltando il silenzio che la montagna offre.
La solitudine è qualcosa in cui la montagna ti allena, e nella solitudine c’è durezza. Ti abitui a parlare poco, a non parlare affatto, a stare dentro la tua testa.
Un altro immenso romanzo che Paolo Cognetti ha mirabilmente confezionato. Un romanzo che ci fa innamorare ancora di più della montagna e delle meraviglie che essa offre.
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