Tobjorn Ekelund è uno scrittore, un giornalista ed un editore norvegese.
In questo libro, Il bambino e la montagna, racconta le avventure vissute con suo figlio August di 7 anni durante la loro vacanza nella regione montuosa dello Skrim, nel sud della Norvegia.
Proprio in questi luoghi quasi un secolo prima, nel 1894, scomparve Hans Torske un bambino di 6 anni, ed è proprio l’ossessione per questa disavventura che spinse Ekelund ad organizzare questa esperienza con il proprio figlio.
I due si addentrano nella natura selvaggia percorrendo sentieri, dormendo in tenda, affrontando le avversità climatiche, fino a raggiungere la loro meta il monte Styggeman nella zona del Buskerud. Affrontano questi giorni in maniera totalmente differente, ciascuno percependo il territorio con occhi ed emozioni opposte. August vive questa esperienza tra alti e bassi, da una parte l’eccitazione per la vita all’aria aperta, le scoperte, le giornate con il papà, le corse lungo i sentieri, dall’altra lo sconforto, la stanchezza e la mancanza di casa.
Tobjorn viceversa, pur dovendo affrontare le criticità che man mano si presentano, vive le giornate apprezzandone il distacco dalla tecnologia e dal vivere connessi.
Hans Torske venne cercato per lunghissimo tempo, settimane a scandagliare palmo a palmo ogni angolo del bosco. Venne trovato tempo dopo su un masso, sul quale probabilmente si era appoggiato per riposare. Proprio per quanto accaduto Ekelund rapporta la piccolezza dell’uomo alla forza della natura.
Se un bambino si perde e muore in una zona montuosa e deserta, non si può rimproverare la montagna, il bosco o la torbiera