All’improvviso un automobilista si accorge di essere diventato cieco. Da quel momento vedrà tutto bianco.
Ma non è il solo, da lì a poco questa diventerà una epidemia.
“Il primo cieco” come verrà nominato per tutti il romanzo verrà internato con sua moglie in un ex manicomio dove troveranno anche altri personaggi: il medico e sua moglie, il bambino strabico, il vecchio con la benda nera, la ragazza con gli occhiali da scuri, il ladro di automobili. Tutti personaggi che non vengono chiamati per nome, nello stile di Saramago che non nomina neanche il luogo dove avvengono i fatti.
Durante la reclusione accadranno fatti spiacevoli, si costituirà il gruppo dei “ciechi malvagi” che con violenze e soprusi imporranno la loro forza verso i più deboli.
I giorni passano e con l’aiuto della moglie del medico, l’unica a non essere veramente cieca, sconfiggeranno i malvagi riuscendo a fuggire. All’esterno si renderanno conto di quanto accaduto e dei danni provocati dall’epidemia: tantissimi morti, lotte per accaparrarsi cibo, povertà, tristezza.
I ciechi guariranno improvvisamente e torneranno tutti a vedere.
Saramago mette al centro l’indifferenza che si traduce in perdita del senso di solidarietà tra le persone. Anche l’egoismo che prende piede quando “i malvagi” razioneranno il cibo trattenendo per loro la maggior parte è paragonabile alla fame nel mondo.
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