Il silenzio

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Che cos’è il silenzio? Dove lo si trova? Perché è più importante che mai?

Erling Kagge, norvegese, primo uomo a raggiungere il Polo Sud in solitaria, oltre ad avere toccato anche il Polo Nord e la cima dell’Everest raccoglie in questo libro 33 risposte alle 3 domande.

Kagge propone differenti punti di vista per dare una definizione di silenzio, grazie anche alle esperienze personali che lo hanno portato a toccarlo con mano e a sentirne il rumore. Grazie al suo rapporto con la natura è sicuramente la persona più adatta per condurci tra le viscere del silenzio. Erling Kagge del silenzio ha fatto una scelta portandolo con sé durante le sue esplorazioni.

Il silenzio lo possiamo trovare un po’ ovunque, anche se non ce ne accorgiamo. 

Lo troviamo nella poesia.

Lo troviamo nelle esperienze personali; Kagge ricorda l’assordante silenzio durante la sua spedizione in Antartide, senza contatti con il mondo esterno.

Lo troviamo nel mondo animale con il lento respiro di una balenottera azzurra incontrata durante un viaggio in barca a vela.

Lo troviamo nella noia quando porta ad un senso di estraneità e disagio.

“Il silenzio è l’unico bisogno che una persona sempre a caccia dell’ultimissima novità non riesce a soddisfare” 

Lo troviamo nelle viscere di New York, in un intricato percorso di cunicoli e gallerie. Un tortuoso percorso che Kagge ed un amico hanno percorso. Una seconda città che rispecchia la vita che si svolge in superficie. 

Lo troviamo nella religione. Dio resta spesso in silenzio, manifestandosi come brezza leggera ad Elia. Il Buddha che si ritira in solitudine. Il silenzio di Braham.

Lo troviamo nella creatività. Elon Musk, ad esempio, fin dall’infanzia resta in silenzio, chiude i contatti con il mondo quando vuole essere creativo.

Lo troviamo nella musica. La celebre opera del compositore John Cage , 4’33’’, prevede assoluto silenzio per tutta la durata; le intenzioni di Cage furono di dare all’opera i suoni presenti nell’ambiente in cui viene eseguita. 

Lo troviamo nell’arte nel celeberrimo “Urlo di Munch”. Un fortissimo e silenzioso grido.  Ma anche con la rappresentazione “The artist is present” dell’artista Marina Abramovic che per due oltre due mesi è rimasta in piedi al MoMA guardando negli occhi i visitatori senza proferire alcuna parola.  

“È possibile essere presenti nel mondo e al contempo non esserlo? Sì, è possibile”.

Il silenzio deve essere cercato. “Non per voltare le spalle al mondo, ma per osservarlo e capirlo. Perché il silenzio non è un vuoto inquietante, ma l’ascolto dei suoni interiori che abbiamo sopito”

Queste 33 riflessioni, che non devono per forza essere lette in maniera sequenziale, hanno come unico filo conduttore la ricerca del silenzio, la chiave per comprendere la vita in maniera più intima e intensa.