Lettera a un razzista del terzo millennio

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Una lunga lettera quella che Don Luigi Ciotti scrive “a un razzista del terzo millennio”.

Un’analisi precisa e ragionata dei classici luoghi comuni che quotidianamente vediamo e sentiamo urlare sempre da più persone. 

Questa lettera vuole essere un invito al ragionamento, a non nascondersi dietro slogan lanciati in aria, a prendere coscienza della situazione che caratterizza l’Italia dove la povertà ancora esiste, dove esiste  l’analfabetismo funzionale che non permette di capire e valutare testi scritti. Situazioni che diventano un fertilizzante per il germe del razzismo. 

Nei capitoli del libro, ad ogni luogo comune è associato un ragionamento preciso, documentato, facile da capire. 

L’ultimo di questi è dedicato alla speranza, la stessa che i lettori dovrebbero far loro per rendersi conto che alla base della convivenza e della civiltà c’è l’accoglienza. 

La radice del male è sempre l’ignoranza, perché si odia quello che non si conosce. Conoscere è smettere di odiare. Conoscere è scoprire che l’altro è meno diverso di quello che ci appare. Conoscere è riconoscersi, è scoprire l’altro non solo fuori ma dentro di noi.

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