Possiamo salvare il mondo, prima di cena: Perché il clima siamo noi

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Jonathan Safran Foer ha scritto nel 2019 questo saggio per mettere in luce il difficile e problematico tema della salute del Mondo e di come potremmo attivarci per salvarlo applicando semplici cambiamenti alla nostra vita.

Nella prima parte del libro Foer non va spedito al punto, tratta invece tutte quelle situazioni in cui pur essendo noto un problema non si riesce ad intervenire in modo diretto. 

Un esempio eclatante è quello che riguarda il militare polacco Jan Karski, testimone inascoltato dell’Olocausto, che nel 1943 venne inviato dalla Polonia a Washington ma non venne creduto  dal generale Frankfurter

«Signor Karski, un uomo come me che parla con un uomo come lei deve essere del tutto sincero. Così io devo ammettere: non riesco proprio a crederle.»

Cosa sarebbe potuto accadere se gli avesse creduto? Come sarebbe potuto cambiare il mondo?

Ecco queste sono le domande ricorrenti in queste prime pagine.

Terminata questa introduzione Foer passa ad illustrare, utilizzando fonti documentate, come l’allevamento intensivo degli animali incida sulla salute del pianeta, passando in rassegna tutte le carte che ne certificano l’impatto; mette poi nero su bianco la responsabilità che l’industria degli allevamenti ha verso le emissioni di anidride carbonica. 

A conclusione del libro troviamo un lungo botta e risposta, un colloquio dove mette in gioco le sue certezze ed infine il ritorno alle origini, un commovente filmato della vita con sua nonna, sopravvissuta all’olocausto. Infine il Messaggio di vita, una lunga lettera di intenti scritta per i suoi figli.

Foer vuole lasciare un messaggio chiaro al lettore: evitare di mangiare carne, o limitarla solamente durante la cena, per non creare un impatto devastante sul mondo. 

Cambiare il nostro modo di mangiare non sarà sufficiente di per sé a salvare il pianeta, ma non possiamo salvare il pianeta senza cambiare il nostro modo di mangiare.

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