“Andrea, andiamo in America?”
“America bella”
Inizia così il viaggio di papà Franco e Andrea che li porterà ad attraversare l’America in moto. Un viaggio che ha solo il punto di partenza, tutto il resto viene da se. Tre mesi in viaggio, tre mesi di incontri, di abbracci, di pance toccate, di disavventure. Tre mesi in cui padre e figlio vivono legati da un lunghissimo elastico invisibile.
Andrea è un uragano, una forza della natura. Andrea è un ragazzo autistico. Durante il viaggio insegnerà a suo papà Franco ad abbandonarsi, a liberarsi di tutto, a sentirsi libero.
“Mondo parallelo è autismo devo imparare da terrestri”
Un viaggio costellato dai colori di Andrea “i colori sono i miei umori e le parole che non riesco a dire”, da fogli di carta finemente sminuzzati e seminati come a definire un percorso, un sentiero da seguire, da oggetti minuziosamente sistemati da Andrea, perché per lui tutto deve essere perfetto, in ordine.
E infine, l’incontro con Angelica.
Leggendo “Se ti abbraccio non avere paura” veniamo trasportati in questo vorticoso mondo dell’autismo. Impariamo a conoscere Andrea, la sua stravaganza, la sua dolcezza, la sua imprevedibilità.
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